Chicago, Illinois (USA)
18 ottobre 1946

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Romanzo abbastanza particolare questo "Cuore selvaggio" di Barry Gifford, nel quale non accade quasi nulla e composto interamente dei dialoghi dei protagonisti, dei loro ricordi, di aneddoti narrati, addirittura di un breve racconto scritto da uno dei personaggi. Sembra quasi che l'autore abbia voluto raccogliere pensieri sparsi sulla vita, sulla musica, sui libri, sui film, insieme con aneddoti forse da lui realmente ascoltati, legandoli insieme con il pretesto di una trama fittizia.
La suddivisione della narrazione in brevissimi capitoletti di 3 o 4 pagine parrebbe avvalorare questa ipotesi di raccolta di elementi scollegati, tanto che molti di questi mini-capitoli potrebbero essere letti come racconti brevi autoconclusivi.
I dialoghi, che costituiscono la parte più corposa della narrazione, rasentano spesso l'assurdità, ma forse proprio per questo appaiono abbastanza realistici.
Non posso dire di aver disprezzato la lettura di questo libro ma credo di non essere riuscito ad apprezzarlo appieno perchè la natura frammentaria della narrazione, unita con l'assenza di una trama vera e propria, non ha prodotto quel coinvolgimento che mi aspetto da un romanzo.