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Thomas Pynchon

Thomas Pynchon Glen Cove, New York (USA)
8 maggio 1937





I libri che ho letto:

Vineland
(Vineland - 1990)
Questo originale romanzo di Pynchon contiene una surreale rivalutazione del dissenso in America, dalla caccia alle streghe che mirava ad estirpare i "comunisti" da Hollywood negli anni '50, all'esperienza dei figli dei fiori negli anni '60, alla disillusione degli anni '70 fino all'inevitabile imborghesimento degli anni '80 di Reagan.
Il lettore più attento troverà in "Vineland" l'espressione di quel dualismo contraddittorio insito nello stesso spirito della nazione statunitense, ovvero quello tra libertà (principio fondante del sogno americano) e controllo (necessario al mantenimento del potere e della egemonia culturale).
Gli improbabili protagonisti del libro, i capelloni stonati e disadattati, gli agenti governativi subdoli e violenti, sono una trasposizione fittizia delle reali forze in campo che contribuirono a plasmare la società occidentale in cui tutt'ora viviamo.
Lo stile particolare di Pynchon rende la lettura di "Vineland" piuttosto ostica per il lettore che non sia particolarmente motivato. Lo sviluppo della trama è talmente disordinato che, una volta ultimata la lettura del libro, bisognerebbe rileggerlo una seconda volta per collocare gli eventi nel giusto ordine cronologico. Alcune frasi sono lunghe quasi una intera pagina e l'autore si diverte ad inserire termini desueti o addirittura appositamente coniati per l'occasione (credo che "Vineland" detenga il record per il numero di vocaboli diversi utilizzati in un solo libro). Personaggi appena introdotti ricompaiono dopo 300 pagine lasciando il lettore confuso nel tentativo di rammentare che ruolo avessero.
Non si tratta di un libro "per tutti" e invito pertanto chi volesse leggerlo a cercarne prima un estratto per saggiarne la "digeribilità".



Un lento apprendistato
(Slow learner - 1984)
*recensione non ancora pubblicata*

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