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Donald E. Westlake

Donald E. Westlake New York, New York (USA)
12 luglio 1933

Città? (MEX)
31 dicembre 2008




I libri che ho letto:

Payback
(The Hunter - 1962)
"Payback" è stato il primo libro di Donald Westlake che ho letto (sebbene pubblicato sotto lo pseudonimo di Richard Stark) e devo ammettere che non mi ha fatto venir voglia di leggere altre opere dell'autore. Generalmente sono molto attratto dalle crime-stories ma è pur vero che si tratta di un genere grandemente inflazionato in cui la produzione di opere insulse, o comunque dimenticabili, è di gran lunga più cospicua di quella di lavori degni di nota.
Non me ne vogliano i fans di Westlake ma "Payback" mi è parso banale ed inverosimile, per quanto supportato da una prosa sapiente e da dialoghi credibili. Lo trovo tuttalpiù un discreto soggetto cinematografico per un action-movie, e in effetti da esso è stato tratto l'omonimo film della Warner Bros. con Mel Gibson. Riservandomi di leggere altri lavori dell'autore, credo che "Payback" non possa essere considerato più di una semplice lettura estiva di svago. Ma, francamente, anche d'estate preferisco leggere di meglio...



Addio, Sheherazade
(Adios, Sheherazade – 1970)
Considerata la mia precedente esperienza di lettura di Westlake (vedi la recensione di "Payback") e l'argomento di questo romanzo, non riponevo grandi aspettative in "Addio, Sheherazade". E invece mi sono dovuto ricredere.
Narrato in prima persona dal protagonista, che spesso si rivolge direttamente al lettore, "Addio, Sheherazade" è la storia, singolare ed esilarante, di un improvvisato scrittore di romanzi pornografici che, dopo aver dato alle stampe ben 28 libri erotici, affronta una crisi creativa che si estende alla sua stessa vita privata. Per Edwin Topliss è l'occasione per rivalutare la sua esistenza, dal rapporto con la famiglia, la moglie e gli amici alla sua alienante professione, intrapresa casualmente, in barba alle sue aspirazioni e nonostante una mancanza di talento narrativo (comunque non necessario ai fini delle sue produzioni) che, per primo, si riconosce.
"Addio, Sheherazade" è un libro divertente ma non privo di profondità e capace di suggerire spunti di riflessione al lettore sulla imprevedibilità della vita. E', in qualche modo, anche un libro sullo scrivere, e chi nutre ambizioni creative in tale attività lo troverà, a mio avviso, ancor più interessante.



Peggio di così...
(What's The Worst That Could Happen? – 1996)
Questo romanzo di Donald Westlake viene annoverato tra i libri di genere thriller, o "crime novels", per usare una classificazione più precisa, sebbene esterofila, che poi è il genere d'elezione dell'autore, ma la componente umoristica è, a mio avviso, tanto importante da farne quasi una "comedy" (sempre nell'accezione inglese di comico, umoristico). Intendiamoci, l'opera ha la classica struttura del thriller e narra di eventi criminosi, ma il tenore dei dialoghi, le descrizioni e, soprattutto, la caratterizzazione dei personaggi, strappano ben più di un sorriso.
Una trovata che ritengo piacevolmente originale è quella di adottare un protagonista che, per quanto abile nella sua professionalità, appare un pò ottuso e soffre di gravi lacune di cultura generale: basti pensare che il nome del complesso "Watergate" gli risulta del tutto sconosciuto, carenza imperdonabile per un americano.
Lo svolgimento della trama è agile e procede spedito verso il gran finale con pochi rallentamenti nel ritmo. Le soluzioni narrative escogitate dall'autore, salvo qualche passaggio che viene forse circostanziato in modo un pò sbrigativo, risultano credibili.
Il risultato finale è una lettura piacevole e scorrevole, sicuramente "leggera", da un punto di vista artistico, ma comunque apprezzabile e superiore a tanta fiction seriale che c'è in giro, proprio tra le crime novels.
"Peggio di così..." è il terzo romanzo di Westlake che io leggo e posso pertanto rettificare la mia prima impressione, riportata nella recensione di "Payback", e ammettere di esser giunto ad apprezzare un autore di cui leggerò sicuramente altre opere.



Meglio non chiedere
(Don't Ask – 1993)
Avevo iniziato ad apprezzare Westlake, dopo averne letto alcuni romanzi, soprattutto per la sua scanzonata ironia, ma devo confessare di essere rimasto indifferente alla lettura di questo "Meglio non chiedere".
I protagonisti della storia sono gli stessi di altri romanzi dell'autore, ovvero una scalcinata congrega di malfattori dall'animo umano e pieni di difetti peculiari, ma in questo caso nessuno di loro brilla particolarmente e gli stessi elementi umoristici che caratterizzano gli altri romanzi di Westlake appaiono qui un pò forzati. Qualche sorriso viene comunque strappato al lettore, ma l'impressione che ne ho ricavato è che il romanzo sia stato composto con minor dedizione, forse per rispettare una scadenza editoriale o dei vincoli contrattuali.
Le situazioni narrate sono molto fantasiose e piuttosto inverosimili, ma questo è comune anche alle altre opere dell'autore, solo che in questo caso la sospensione dell'incredulità del lettore non viene agevolata dalla consueta dose di sano divertimento che l'autore è capace di produrre, almeno a mio avviso.
"Meglio non chiedere" resta comunque una lettura capace di procurare svago, almeno ai lettori non particolarmente esigenti, che in un romanzo cercano solo uno spensierato intrattenimento. Non è, ad ogni modo, il romanzo che consiglierei per avvicinarsi alla produzione di Westlake.

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